
Intervista al Fumettista ROBERTO RECCHIONI
Alla libreria Feltrinelli di Pescara Roberto Recchioni, rock-star del fumetto italiano, presenta “La fine della ragione”: il primo romanzo prodotto dalla neonata “Feltrinelli Comics”.
Anche Feltrinelli, come altre case editrici storiche, si avvicina alle nuvole parlanti e lo fa con questa collana curata da Tito Faraci con il supporto di firme autorevoli del fumetto e della letteratura. “La fine della ragione”, ricca di citazioni, racconta un’Italia del futuro in uno scenario apocalittico dove la società se la passa male a seguito di ribellioni e conflitti. È narrato da Asso, l’alter-ego di Recchioni, facendo capire chiaramente e dall’inizio una cosa semplice: la storia è per “duri”. In questa opera ci sono riferimenti importanti al vissuto di Recchioni stesso e alla figura della madre oltre a quelle persone che rifiutano le competenze degli esperti e preferiscono le opinioni alla scienza (vedi gli anti-vaccini, terrapiattisti, populisti).
“Negli ultimi tempi – secondo Recchioni – con le graphic novel, con il fenomeno “Zerocalcare, con i cine-comics e con le nuove generazioni di autori il fumetto vive un buon momento. Perché si è imposto il termine Graphic Novel? Perché è un termine commerciale da una parte che permette di entrare in contesti diversi e perché raccontano qualcosa che non è tipico della narrazione fumettistica non di genere e sono auto conclusive” Storie in cantiere per il futuro seguendo l’esempio di “Monolith” ? “Si ce ne sono, ma col cinema e la televisione – ride – è inutile parlarne finché un progetto non diventa concreto”.